Parmigiano Reggiano
UN ANNO
Immaginate il tempo che si impiega a far crescere un bambino e portarlo al primo anno di età? Questo è il tempo minimo richiesto dal disciplinare per portare il formaggio prodotto a diventare Parmigiano Reggiano.
Dopo un anno di stagionatura è ancora presente il gusto del latte, la pasta è morbida e liscia ed è consigliato come formaggio da taglio, magari fatto a cubetti e servito come aperitivo o a fine pasto.
DUE ANNI
Con il passare del tempo il Parmigiano-Reggiano acquisisce aromi e di sapori maturi e intensi, un vero valzer tra il dolce e saporito.
In due anni raggiunto il grado di maturazione ottimale ed è già altamente digeribile.
La sua pasta diventa friabile e granulosa ed in questa fase di maturazione lo si può abbinare a alle più svariate qualità di alimenti (frutta secca, verdura, marmellate ecc.).
TRE ANNI
A 3 ANNI il Parmigiano-Reggiano si asciuga ulteriormente, diventa friabile e granuloso. Mantiene ancora vividi i propri aromi, ma è diventato estremamente digeribile anche grazie all’assenza di lattosio.
Per queste sue caratteristiche viene indicato come alimento ideale nella dieta dei bambini, anche i più piccoli durante lo svezzamento. Consigliato anche per gli sportivi e per tutti coloro che abbiano la necessità di avere elevato apporto energetico associato ad alta digeribilità.
Prodotto di Montagna
Prodotto esclusivamente con LATTE DI MONTAGNA e STAGIONATO ESCLUSIVAMENTE IN MONTAGNA, il Parmigiano Reggiano del Caseificio Sociale Borgotaro presenta caratteristiche uniche che non potrete riscontrare in nessun altro tipo di Parmigiano Reggiano.
La Produzione
Il caseificio è inserito in un contesto ambientale incontaminato dove gli animali hanno a disposizione foraggi dalle essenze particolari in grado di conferire al latte aromi e profumi unici; questo vantaggio viene sfruttato al massimo grazie alle scelte produttive del casaro e degli amministratori della cooperativa.
In primo luogo il numero degli allevamenti è alto rispetto al latte prodotto: probabilmente è il caseificio che produce meno formaggio in rapporto al numero di soci di tutto il comprensorio; stalle a conduzione familiare, dove tutte le operazioni si svolgono in modo tradizionale.
Questa mescolanza di latti, oltre a produrre aromi e profumi più intensi, favorisce al massimo la biodiversità del siero innesto, la coltura naturale di batteri lattici che guida la maturazione del formaggio durante la stagionatura: è dalle complesse trasformazioni della caseina e del grasso, che avvengono grazie agli enzimi rilasciati dai batteri, che si sviluppano le sostanze responsabili del profumo, dell’aroma, del colore e della struttura della pasta.
In secondo luogo, il latte viene trattato come si faceva una volta: raccolto in bidoni e immesso in caldaia per caduta, riducendo al minimo lo sbattimento per mantenere inalterate le sue caratteristiche organolettiche e tecnologiche.
Viene limitato l’uso del freddo per favorire la giusta maturazione del latte che spurgherà meglio durante la lavorazione.
Se in altre realtà è più remunerativo produrre una qualità media contenendo i costi, qui il massimo della qualità non solo premia economicamente ma costituisce anche motivo di orgoglio perché valorizza il nostro lavoro e il nostro territorio.
Questa mescolanza di latti, oltre a produrre aromi e profumi più intensi, favorisce al massimo la biodiversità del siero innesto, la coltura naturale di batteri lattici che guida la maturazione del formaggio durante la stagionatura: è dalle complesse trasformazioni della caseina e del grasso, che avvengono grazie agli enzimi rilasciati dai batteri, che si sviluppano le sostanze responsabili del profumo, dell’aroma, del colore e della struttura della pasta.